3
febbraio

BALLARO’, GIANNINI RUGGISCE IN DIRETTA: “LA RAI PUO’ LICENZIARMI, IL PD NO” (VIDEO)

Ballarò, Massimo Giannini

La Rai mi può licenziare. Il Pd, con tutto il rispetto, proprio no“. Massimo Giannini ha fatto la voce grossa. E stavolta ne aveva tutto il diritto. Ieri sera il conduttore di Ballarò ha risposto alle polemiche sollevate da alcuni esponenti Dem dopo la puntata della settimana scorsa, quando il giornalista – utilizzando una metafora – aveva parlato di “rapporti incestuosi” in merito alla vicenda di Banca Etruria. Per quell’espressione, qualcuno arrivò addirittura a chiedere il licenziamento dell’anchorman, che ieri in diretta ha replicato così.

E’ penoso che, per contestare un programma che evidentemente si considera ‘fuori linea’, si usi un argomento così strumentale e si trasformi in un’offesa personale al ministro Boschi una frase che, per il significato e il contesto in cui è stata pronunciata, non poteva e non può prestarsi ad alcun equivoco. Ho parlato di ‘rapporti incestuosi’ per definire un groviglio di relazioni politiche, affaristiche e finanziarie molto più larghe della cerchia ristretta della famiglia Boschi, e del tutto privo del significato letterale che Anzaldi e gli altri esegeti del Partito Democratico hanno voluto leggervi. Lo ha capito chiunque e lo capirebbero tutti. Ma nel Pd c’è chi fa finta di non capire, e utilizza questo episodio come una clava contro Ballarò, vezzo peraltro non nuovo (…) Ma non capisco proprio di cosa dovrei chiedere scusa pubblicamente, dal momento che, come si direbbe nel gergo dei tribunali, il fatto non sussiste“.

Questo uno dei passaggi più significativi dell’editoriale che Giannini ha dedicato ai suoi detrattori politici. Il giornalista ha poi bollato la vicenda come l’ennesimo “paradosso” di un Palazzo che perde tempo a sollevare polemica e che non si dedica ai veri problemi. Lo stesso Palazzo che – aggiungiamo noi – aveva promesso di estromettere la politica dalla Rai.

Poi la stoccata finale del conduttore, riservata direttamente al Pd, che in altre occasioni aveva sbertucciato (più o meno strumentalmente) Giannini.

Non spetta alla politica decidere i palinsesti, non spetta ai partiti decidere chi può lavorare nella più importante azienda culturale di questo Paese. A meno che non si debba dare ragione a Roberto Saviano quando scrive: ‘ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso è grammatica del potere’. La Rai mi può licenziare, il Partito democratico, con tutto il rispetto, proprio no“.

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2 Commenti dei lettori »

1. Stefano ha scritto:

3 febbraio 2016 alle 11:50

Quando c’era Berlusconi al Governo si gridava al complotto, con un Santoro su Rai 2 e Floris su Rai 3.

Oggi con Renzi la dittatura renziana è diventata grammatica, prima le minacce alla Berlinguer, poi a Floris (infatti lo hanno mandato via), poi la strizzatina di orecchie a Vespa, ed oggi a Giannini. Si racconta che Filippo Sensi (spin doctor di Renzi) inviasse dei messaggi a giornalisti per dettargli la linea editoriale.

Per poi non parlare di come Renzi ha fatto fuori il Direttore De Bortoli dal Coriere della Sera. Di come giornali come La Stampa o Repubblica oggi non sanno cosa significhi opposizione.

Ci avviamo verso una dittatura?



2. ilSole ha scritto:

3 febbraio 2016 alle 12:38

Dopo l ascolto di ieri credo che arriverà il licenziamento da parte della Rai.



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