31
gennaio

TUTTO PUO’ SUCCEDERE: LA TV ITALIANA IMPARA A CONOSCERE LA SINDROME DI ASPERGER

Tutto può succedere - Roberto Nocchi

Tra legami familiari complicati, adolescenti ribelli, storie d’amore sbagliate ed investimenti fallimentari, la fiction di Rai 1 Tutto può succedere ha presentato al pubblico televisivo italiano un tema ancora pressoché sconosciuto: la sindrome di Asperger, di cui è affetto il piccolo Massimiliano “Max” Ferraro, interpretato da Roberto Nocchi.

Tutto può succedere: Max ha la sindrome di Asperger

Max è il figlio di Alessandro (Pietro Sermonti), primogenito dei Ferraro e perno attorno al quale ruota l’intera ragnatela familiare, e di Cristina (Camilla Filippi), una donna che per dedicarsi alla propria famiglia ha rinunciato alla carriera. Fin dall’inizio Max viene presentato come un bambino con un carattere particolare, poco incline a stare con gli altri e con comportamenti ossessivi che i genitori, forse per paura di indagare, interpretano come capricci fuori misura.

Ma il modo in cui Max si approccia alla scuola li costringe a fermarsi a riflettere, e così, dopo attente visite specialistiche, hanno la conferma di un sospetto latente che, in un certo senso, li libera dall’incertezza: il figlio, fisicamente sanissimo e con una capacità di linguaggio e ragionamento uguale (o addirittura superiore) a quella dei suoi coetanei, soffre di un disturbo pervasivo dello sviluppo che gli impedisce di interagire normalmente con loro.

Tutto può succedere: cos’è la sindrome di Asperger?

Le caratteristiche principali della sindrome di Asperger – che prende il nome dallo psichiatra austriaco Hans Asperger – sono proprio la difficoltà nelle interazioni sociali e la propensione per interessi ripetitivi e circoscritti. Non è accertato che si tratti di autismo, anche se i due disturbi hanno alcuni elementi in comune, ma ne è stata accertata l’origine genetica su base neurologica. Le terapie riconosciute come efficaci sono quelle cognitivo-comportamentali e farmacologiche, che comunque non sono risolutive: la guarigione non può esserci.

Attraverso Max sono stati elaborati in scena alcuni comportamenti tipici di chi soffre di questa sindrome, come il bisogno di orari fissi o di schemi ripetuti, dunque rassicuranti, e la capacità di sviscerare in modo perfetto ed approfondito gli argomenti che interessano davvero (nel caso di Max gli insetti). Ma sono state messe in scena anche le difficoltà di una famiglia nell’approcciarsi alla situazione, le debolezze e la necessità di accettare la “nuova normalità”.

Benché l’idea di affrontare l’argomento non sia stata italiana – la sindrome era già presente nella serie originale, Parenthood – l’universo fiction ha avuto in questo caso un interessante potere divulgativo, adatto al concetto di “servizio pubblico”.

TUTTO PUO’ SUCCEDERE: I PERSONAGGI

TUTTO PUO’ SUCCEDERE: LA RECENSIONE



Articoli che potrebbero interessarti


Maya Sansa
Tutto può succedere 4 non ci sarà


Tutto può succedere 3
Tutto può Succedere 3: anticipazioni ultima puntata di lunedì 6 agosto 2018


Alessandro Tiberi - Tutto Può succedere 2
TUTTO PUO’ SUCCEDERE 2 CI SARA’


Tutto può succedere - Robel
TUTTO PUO’ SUCCEDERE: ANTICIPAZIONI TREDICESIMA ED ULTIMA PUNTATA DI DOMENICA 13 MARZO 2016

1 Commento dei lettori »

1. BohBeh ha scritto:

1 febbraio 2016 alle 00:02

che poi a pensarci bene, un pò tutti hanno un qualcosa di Asperger, a leggere i “sintomi” :D



RSS feed per i commenti di questo post

Lascia un commento


Se sei registrato fai il login oppure Connetti con Facebook

Per commentare non è necessaria la registrazione, tuttavia per riservare il tuo nickname e per non inserire i dati per ciascun commento è possibile registrarsi o identificarsi con il proprio account di Facebook.