Non è certo una novità: fin dalla sua nascita Ciao Darwin ha contrapposto diverse categorie di persone, non mancando a volte di suscitare polemiche. Il sale del programma: la sfida tra gruppi di persone con caratteristiche opposte e l’obiettivo finale di trovare l’uomo e la donna del terzo millennio.
La nuova edizione sta per partire, Paolo Bonolis ha lasciato la conduzione del preserale Avanti un altro per dedicarsi proprio a Ciao Darwin che dovrebbe tornare a marzo dopo anni di silenzio. Ma il programma sta già facendo discutere, ancora prima della partenza. Oggetto del contendere i casting, e una netta presa di posizione da parte di un assessore regionale. Si tratta di Monica Cerutti, assessore alle pari opportunità, diritti civili e immigrazione della regione Piemonte, che ha deciso di dire la sua tramite un post pubblicato sul suo sito internet in seguito a dei provini “discutibili” che si sono tenuti a Torino il 12 gennaio.
“AAA cercasi uomini o donne “contrarie all’integrazione degli stranieri in Italia” e “contro i diritti delle unioni gay“. Scrive la Cerutti, riassumendo poi senza mezzi termini che Ciao Darwin nei suoi casting ha cercato “razzisti e omofobi“.
Probabilmente l’intenzione della produzione è quindi quella di realizzare una puntata in cui contrapporre persone pro e contro integrazione degli stranieri, e un’altra pro e contro unioni gay o qualcosa del genere. “Si tratta di un vero e proprio schiaffo al rispetto delle persone e dei diritti di tutti e tutte”, continua l’assessore. È inaccettabile che in un momento come questo ci siano programmi televisivi che vogliono alimentare xenofobia e omofobia. I media devono assumersi la responsabilità che hanno sulle spalle.
E poi richiama il ruolo divulgativo che ancora oggi il mezzo televisivo detiene: “Ci sono milioni di persone che purtroppo affidano la propria informazione e formazione esclusivamente alla televisione ed è impensabile che questa parli loro attraverso stereotipi, populismi e strumentalizzazioni“.
Fa dunque sapere che segnalerà il caso all’UNAR, ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, perché “Le istituzioni non possono continuare a predicare nel deserto”. Sulla pagina Facebook del programma ci sono diversi post che annunciano i casting. Tra i tanti anche uno in cui nel dettaglio si chiede: “Sapresti dire cosa rappresenta il gay pride?”. Facile pensare che possa proprio essere associato ai provini in discussione…
1. iole ha scritto:
21 gennaio 2016 alle 12:28