Dopo un anno di riflessione, per Elio è giunto il momento – come peraltro anticipato da DM – di riprendere posto dietro al bancone dei giudici di X Factor. Lasciatosi (malvolentieri) alle spalle l’esperienza da conduttore de Il Musichione, il frontman de Le Storie Tese si appresta a tornare sul “luogo del delitto”, in un’edizione, in onda dal prossimo autunno come sempre su SkyUno, che si preannuncia ricca di novità con la new entry Skin e la partecipazione delle band.
Eppure l’eclettico cantautore sembrava tutt’altro che intenzionato a ripetere l’esperienza in un talent show…
Un conto è quello che uno dice e un conto è quello che poi scrivono. Certamente non lo volevo fare quell’anno, ma non avevo detto che non l’avrei fatto mai più. Poi in realtà neanche quest’anno di mio avevo tutta questa voglia di farlo, ma quando mi hanno prospettato quello che sarebbe accaduto, ovvero l’arrivo di Skin, l’ingresso delle band…
E l’uscita Morgan?!
Non siamo così cattivi. Poi Mika mi telefonava dicendomi “Devi tornare! Devi tornare!”. Lui probabilmente negherà di avermi fatto queste telefonate ma me le ha fatte e quindi ho detto: “va bene torno”. Anche perchè io qua mi sono trovato sempre molto bene, oggi (venerdì 15 maggio in conferenza stampa, ndDM) è quasi stato come tornare a casa con tanti volti noti e anche cari. E’ stata una bella sensazione.
Però avevi un po’ criticato i talent…
Sui talent ho sempre avuto un pensiero variegato. Non è che i talent siano tutto oro, non lo pensavo prima e non lo penso ora. Va detto poi che ora la musica grazie ai talent show è passata da ammazza auditel a un motivo di interesse per il grande pubblico, soprattutto sui social. Si dicono un sacco di “cazz*ate” però intanto se ne parla mentre prima – quando andavo ospite nelle trasmissioni – ci chiedevano di non fare pezzi troppo lunghi perché altrimenti c’era la curva degli ascolti che andava giù. Tutte cose che io trovo assurde, degli errori.
E invece per quanto riguarda il Musichione, la tua ultima esperienza su Rai2?
Sul Musichione è stata stata fatta un’analisi troppo semplicistica. Si è parlato tantissimo della prima puntata che non ha avuto dei buoni ascolti e non è stata neanche tanto bella ma poi andando avanti lo spettacolo è migliorato tantissimo e soprattutto quando è andata in onda in replica ha fatto degli ascolti tripli, quadrupli; il che tra l’altro è la prova del fatto che gli ascolti in sé non sono la prova di nulla. Provano solo che una collocazione è meglio rispetto ad un’altra.
E il motivo per cui non lo hai rifatto?
Non ce lo hanno chiesto. Io lo avrei rifatto molto volentieri perché a noi piace correre il rischio. Non volevamo fare la trasmissione che copia tutte le altre, siamo andati a fare qualcosa di nuovo e originale. Se ci fosse chiesto noi andremmo a farla ancora anche perché penso che adesso abbiamo trovato il ritmo, il modo di farla bene.
Quando sei arrivato a XFactor4 ti sei travestito da Morgan. Quest’anno cosa ci dobbiamo aspettare?
No dai, basta. A me piace fare le cose una volta sola, altrimenti diventi un po’ ripetitivo. I travestimenti in generale non so se ho ancora voglia di farli perché sono impegnativi. Però senz’altro voglio essere il garante dell’italianità e dell’eterosessualità, all’interno di un panel di giudici che offre una grande varietà di gusti. Infatti oggi sono arrivato con un brano di Dante Alighieri (stampato sulla t-shirt), in forma di hashtag, perché parlano molto bene di questo Twitter e credo che possa essere l’arma idonea a far tornare di moda Dante. “Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare” cioè non mi chiedere altro! Anche perché… “Mi dispiace devo andare il mio posto è là” (citazione stampata sul retro della maglietta).
Intervista a cura di @mattiabuonocore
1. Lacap ha scritto:
19 maggio 2015 alle 14:46