Si è concluso ieri il terzo capitolo di Fuoriclasse, la fiction con Luciana Littizzetto che in questa stagione non ha brillato in quanto ad ascolti, finendo per essere ripetutamente battuta da Il Segreto. Una sconfitta che pesa sull’ammiraglia Rai, sicuramente fiduciosa sulle potenzialità di questo prodotto che esordì nel 2011 ed è proseguito nel 2014 con buoni risultati.
Fuoriclasse – Capitolo Terzo: personaggi troppo caricati, si salvano solo Isa e Bea
Stavolta, però, qualcosa è andato storto. Ma cosa? Di sicuro non la prova della Littizzetto, originale e fuori dai suoi soliti schemi nelle vesti della professoressa Isa Passamaglia: un personaggio scritto con intelligenza e cura, che nel corso delle tre stagioni ha vissuto una bella evoluzione e che ha dato all’attrice la possibilità di mostrarci qualcosa di nuovo, misurandosi con una realtà diversa dalle solite “gag a tradimento”. Dunque non è Isa il problema e – sempre che il pubblico non si sia stufato della Littizzetto in sé – il problema è da ricercarsi altrove.
Ovvero nel fatto che Fuoriclasse – Capitolo Terzo ha avuto da subito il sapore del capolinea già superato: nella seconda stagione avevamo assistito a numerose forzature, alla messa in scena di espedienti facili e banali per raccontare le vite dei personaggi, e con le nuove puntate bisognava inventarsi qualcosa di diverso. La scelta è ricaduta sull’introduzione di un nuovo personaggio, la Bea Pax di Lunetta Savino, tornata finalmente alla commedia che le è tanto congeniale. Un personaggio simpatico che però da solo non è bastato; ci voleva di più per non cadere nella monotonia.
Fuoriclasse: ha senso proseguire con un quarto capitolo?
Per movimentare un po’ le cose gli autori hanno lavorato sui vecchi personaggi caricandoli a mille, forzandoli e dunque snaturandoli: il caro Enzo che da professore e corteggiatore romantico si è trasformato in un neo papà al limite della psicosi, suscitando ilarità e diventando una caricatura; il preside Lobascio, un tempo brutto e cattivo, ora è diventato un cavaliere insicuro e senza macchia che finisce per fare tenerezza; il bidello Espedito, da sempre marginale nel racconto, ha tirato fuori dal cilindro una figlia mai nominata in tanti anni e si è innamorato offrendo all’amata un’insospettabile lealtà; Michele, il figlio della prof, ha avuto una relazione con una professoressa dell’università che, guarda caso, è l’ex moglie del suo patrigno. E sullo sfondo, uno sfondo sbiadito, le vicende degli alunni, ormai ai margini di un racconto che invece nasceva parlando proprio di loro.
Quest’insieme di linee narrative è stato infine condensato in sole quattro serate, poche per sviscerarle e renderle credibili, ed ecco fatto il pastrocchio. A questo punto si prosegua sulla strada della “brevità” e si eviti in futuro di spremere ancora personaggi e situazioni fino all’inverosimile. Sintetizzando, Fuoriclasse 4 non s’avrebbe da fare e, visti gli ascolti colati a picco, forse non si farà. Voi cosa ne pensate?
1. alessandro ha scritto:
11 maggio 2015 alle 13:10