Cambia l’assetto dell’informazione Rai. Il Consiglio di amministrazione del servizio pubblico ha approvato oggi il piano di riorganizzazione delle news messo a punto dal Direttore Generale Luigi Gubitosi. Il top manager di Viale Mazzini aspettava da tempo questa risoluzione e stamane il risultato è stato ottenuto. Secondo quanto si apprende, nel CdA tenutosi oggi a Milano sono stati cinque su otto i consiglieri che hanno votato a favore della riforma (tre, dunque, i contrari).
Rai, passa il Piano news di Gubitosi
Come documentato in un dossier di 132 pagine presentato da Gubitosi stesso, il piano prevede la creazione di due newsroom: in una confluiranno Tg1 e Tg2, nell’altra Tg3, TgR e RaiNews. In un secondo momento, le due compagini giornalistiche confluiranno in un’unica struttura, Rai Informazione. Oltre ad una riorganizzazione delle testate (che manterranno comunque le loro peculiarità editoriali), la manovra oggi approvata dovrebbe consentire – una volta a regime – risparmi compresi tra 80 e 100 milioni di euro. La presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ha già informato il presidente della commissione di vigilanza Rai, Roberto Fico, dell’approvazione del piano di riordino.
“Finalmente si riesce a cambiare, cade un muro invisibile ma storico e cambia l’informazione. Noi pensiamo che sarà un’informazione migliore, più aggiornata con i tempi e ci riportiamo su uno standard internazionale adottato da tutti gli altri broadcaster” ha commentato Gubitosi ai microfoni Rai.
Nei giorni scorsi, la Vigilanza stessa aveva dato il proprio via libera condizionato all’operazione di riassetto delle news, e per oggi si attendeva l’effettiva approvazione. Così è stato.
Rai Way e Mediaset, il CdA esamina l’offerta
All’esame del consiglio ora c’è una informativa sull’offerta di Ei Towers per Rai Way. L’intenzione di Mediaset di acquistare azioni della società di gestione dei servizi radiotelevisivi (con un’offerta di 1,22 milioni di euro), ha scatenato ieri reazioni politiche su più fronti. Sulla questione è intervenuto anche il governo, assicurando che il 51% della rete di diffusione del segnale Rai sarebbe rimasto in mano pubblica.
Sul tavolo dei Consiglieri d’amministrazione è passato anche il cosiddetto “caso Verro“, ovvero una lettera del 2010 che il consigliere Antonio Verro avrebbe spedito a Silvio Berlusconi per esprimere la propria “preoccupazione” in merito a otto trasmissioni Rai fortemente “antigovernative”.
1. Peppe93 ha scritto:
26 febbraio 2015 alle 19:39