Carlo Conti ci ha provato ma alla fine ha dovuto arrendersi. Il celebre conduttore televisivo non ce l’ha fatta a riportare su Raiuno il Dopofestival, che manca sul primo canale della TV di Stato oramai da qualche anno. E quindi anche per il Festival di Sanremo 2015, così come accadde con la scorsa edizione della kermesse, dovremmo accontentarci di un post-gara sul web, in diretta in streaming sul sito della Rai.
A condurlo questa volta è stato chiamato Saverio Raimondo, comico di Comedy Central, fino a qualche settimana fa nel cast fisso de La Gabbia su La7. Il personaggio in questione non è nuovo nemmeno agli schermi Rai: lo ricordiamo infatti come autore di Serena Dandini, poi come monologhista dello show “Stiamo tutti bene” su Raidue e come editorialista satirico di “Glob” (con Enrico Bertolino) su Raitre. Da domani sarà anche protagonista di “Stand Up Comedy” su Comedy Central (Sky) ed ha collaborato con Sabina Guzzanti (su La7) e la sorella Caterina (su Mtv). Adesso lo attende questa nuova avventura.
Dopo Festival: Pippo Baudo, “l’ha inventato lui”
Era il 1992 quando Pippo Baudo, mente del Festival di Sanremo, decide di dar spazio ai commenti sullo spettacolo con un Dopo Festival che seguiva immediatamente le puntate della kermesse. La Rai accolse bene la proposta del celebre conduttore televisivo: in questo modo si riuscivano a fare ascolti record in seconda serata senza una concorrenza reale. L’occasione era ghiotta per riuscire ad avere commenti a caldo sulla serata dai diretti protagonisti; in studio erano attese anche le principali testate giornalistiche pronte a creare “dissing”, scoop e dichiarazioni speciali. Tutto questo in un clima a metà strada tra il comico, il trash ed il solenne che fece ben presto del Dopo Festival un appuntamento imperdibile.
Fra le edizioni “storiche” del Dopo Festival ricordiamo:
- la prima (1992) condotta dallo stesso Baudo, Luciano De Crescenzo, Sandro Ciotti, Vincenzo Mollica e Gianni Ippoliti. In quel caso le polemiche furono avanzate dai giornalisti stessi: il presentatore sicialiano decise infatti che avrebbero dovuto presenziare nel programma solamente 24 testate giornalistiche escludendo di conseguenza tutte le altre che avrebbero voluto fare domande agli ospiti in questione;
- quella del 1996 condotta da Baudo ed Ambra Angiolini. In quella edizione Pippo venne accusata da Roberto D’Agostino di essere un “presentatore stalinista”, reo di aver impedito la libertà di espressione di critici e giornalisti presenti nel programma;
- l’edizione del 1997 condotta da Bruno Vespa. In quell’occasione mancavano i grandi big, i grandi ospiti che avevano rinunciato allo show memori delle brutte esperienze del passato (le critiche che negli anni precedenti si erano consumate durante lo spettacolo non erano andate giù a parecchi). Bruno si ritrovò così a costruire un Dopo Festival con pochi ospiti (per la maggior parte “giovani”) ed accusò gli autori del programma di non averci lavorato abbastanza. Si scagliò anche contro i cantanti stessi, colpevoli, a suo dire, di essere troppo permalosi e di non aver rispettato gli impegni presi;
- quella del 2014, la prima in diretta dal web dopo nove anni di assenza. Fu Paolo Bonolis ad abolire il Dopo Festival nel 2005: in quel caso preferì portare direttamente sull’Ariston durante il Festival i commenti di critici e giornalisti.
1. aleimpe ha scritto:
1 febbraio 2015 alle 17:39