Impegnata in questi giorni sul set della nuova stagione di Fuoriclasse, Luciana Littizzetto rivela di essere stata sommersa di telefonate a causa del suo “povero” Ice Bucket Challenge. Prima di ricevere l’ormai famigerata secchiata d’acqua, nel video (eccolo) la futura giurata di Italia’s got talent mostra i 100 euro che donerà a favore della ricerca sulla Sla (qui 10 imperdibili ice bucket challenge vip). Il mondo social, da Twitter a Facebook, è insorto additandola come una tirchia. E lei, attraverso Repubblica, ha deciso di dire la sua.
Ice Bucket Challenge – Luciana Littizzetto: pensavo si aderisse con 100 euro, sono stata ingenua
Luciana Littizzetto, che nella “catena” benefica è stata nominata da Fabio Fazio (e lei a sua volta volta ha nominato Claudio Bisio e la Gialappa’s), si giustifica spiegando che 100 euro pensava fosse la cifra necessaria per partecipare alla raccolta.
“Mi dispiace tanto. Ora qualcuno nei commenti scrive che sono tirchia, che mi sono sprecata, e altre cattiverie. Retropensieri malevoli. Simbolicamente quei cento euro per me hanno un senso, pensavo si aderisse al gioco con quella cifra e mostrarli, semplicemente, significava dire: donateli anche voi. Sono stata ingenua, è una colpa? [...] e mi vergogno a dire che ho sbagliato… Va bene, ho sbagliato. Potrei permettermi molto di più e farò di più, questo è certo. Ma è un problema mio, non deve interessare nessun altro”.
Una giustificazione che non la “assolve” appieno: più che ingenuità, forse c’è stata superficialità. Da quando c’è un tetto massimo per la beneficenza? Dopo il “pentimento”, Luciana passa all’attacco e si scaglia contro le reazioni eccessive del web – che per una volta non ha preso le sue difese – dinnanzi alla sua (presunta) tircheria.
Ice Bucket Challenge – Littizzetto: questa violenza sul web mi lascia senza parole
“Non sono né su Facebook e né su Twitter. Le reazioni mi sembrano violente, e cado dal pero. Perché le persone devono sempre pensare male? Ma le pare che sbandiero in giro la beneficenza che faccio o i soldi che do? [...] Faccio tante cose per il prossimo senza pubblicizzarle, mi sembra più giusto così. Si può fare del bene in tanti modi. Per le buone cause va bene tutto. Solo che questa violenza sul web mi lascia senza parole. Perché le cose fatte a fin di bene devono avere un risvolto a fin di male?”.
1. pig ha scritto:
26 agosto 2014 alle 13:08