Che fine ha fatto Rino Gaetano, cita il titolo di questo post. Una provocazione e non di certo l’intezione di raccontare l’ovvio. Un modo come un altro per chiederci che fine ha fatto il cantautore all’interno di una fiction, che almeno nelle premesse avrebbe dovuto essere dedicata a lui?La fiction in questione, andata in onda l’11 e il 12 novembre, ottenendo tra l’altro ottimi risultati si intitolava “Rino Gaetano” ma lui dov’era?
A chiederserlo non sono solo i fan del cantante, la sorella Anna (che nella fiction non compare) e in generale chi ha potuto vivere la sua ascesa di persona, per semplici questioni anagrafiche. A chiederselo, sono anche i suoi detrattori, benchè oggi come oggi sia davvero difficile trovarne vuoi per moda, vuoi per via del suo straordinario talento.
Nulla da dire riguardo la straordinaria interpretazione di Claudio Santamaria. Molto da dire invece, sul personaggio che l’attore interpretava, che in qualche modo si avvicinava a raccontare la “sagoma” del cantante Rino Gaetano ma non di certo la persona o la sua anima.
E soprattutto la vita. Una vita che non è stata di certo caratterizzata da un rapporto tanto difficile con il padre, come invece la fiction racconta. E’ vero, sì, che il padre ha lungamente osteggiato le attività artistiche di Rino ma non in maniera tanto bieca e meschina. E del resto non sarebbe potuta andare diversamente. Il padre del cantautore era un uomo che aveva fatto la guerra e che per il figlio non sognava altro che il posto fisso. Rino invece aveva ben altro per la testa. Un normale scontro generazionale, nulla di più.
E ancora, probabilmente Rino, era un donnaiolo ma di certo non avrebbe mai liquidato la questione tradimento con frasi cariche di stereotipi e prive di senso, come invece fa il protagonista della fiction rivolgendosi alla fidanzata Irene – Kasia Smutniak.. Perchè Rino era tutto, fuorchè banale. Ed anche solo per questa ragione, certi atteggiamenti non potevano che essere lontani da lui.
E non solo raccontando la sua vita privata, che in realtà occupa gran parte della fiction, sono stati commessi errori. Anche la sua discografia è stata letteralmente massacrata e servita su un piatto d’argento al pubblico di Rai Uno. Perchè I Love You Marianna non è nata di certo come una canzone per anarchici dalla canna facile. I Love You Marianna era ed è un canto d’amore, dedicato alla nonna di Rino e alla sua terra.
Una terra, la Calabria, che torna ricorrente nelle canzoni del cantautore e che sempre nella fiction è stata solo accennata e diciamo pure distrutta, dal momento che il padre televisivo si esprimeva in dialetto napoletano e la madre in siciliano. Chissà perchè, visto e considerato che l’attore era straodinariamente legato alla sua terra. Lasciarla, per trasferirsi a Roma con la famiglia, era stato uno dei motivi di dolore più grande per lui. Fatto questo assolutamente fondamentale per capire l’uomo e l’artista che è stato ovviamente ignorato dagli autori della fiction.
Così come sono stati ignorati passaggi artistici fondamentali, il suo esordio con lo pseudonimo di Kammamuri’s, la sua esperienza in teatro con Carmelo Bene ma anche la durissima battaglia ingaggiata contro il Festival di Sanremo, vittima di Gaetano e dei suoi tremendi sberleffi a più riprese.
Inoltre se la prima parte della fiction aveva distorto semplicemente i fatti, la seconda ha completamente distrutto il personaggio, dipingendolo come un essere psicotico, anafettivo, alcolizzato, vittima del suo stesso successo e volendo anche un pò cafone. Nulla di più lontano dalla realtà . Gaetano una villa con piscina, nemmeno si sognava di comprarla, come ha ricordato la sorella e sì beveva ma non di certo in maniera esponenziale.
Perfino la sua morte è stata messa in scena nel peggiore dei modi. Come se lui in qualche maniera l’avesse cercata e senza sottolineare che Rino Gaetano è morto perchè rifiutato da cinque ospedali. E’ morto per omissione di soccorso.
A supportare tutto questo le parole della sorella, giustamente stupita da tanta leggerezza: «La figura di mio fratello è stata molto romanzata. Capisco che è una fiction, ma visto che è la sua storia, pensavo dovesse essere quella vera, e non è così. Io con Rino ci ho vissuto per 31 anni e penso pochi lo conoscessero meglio di me. Ci sono delle cose vere, come il suo essere un donnaiolo, ma non ad esempio, l’alcolismo di nostro padre».
Di diverso parere il regista della fiction Marco Turco secondo il quale un lavoro di semplificazione della storia era assolutamente necessario per rendere al meglio la vita di Rino Gaetano:
 «Anna, Bruno Franceschelli (amico e confidente del cantautore, ndr), fonici, turnisti, Antonello Venditti, che era un suo amico, il giornalista Gino Castaldo. Ognuno aveva un suo ricordo, un suo Rino. Una volta raccolto tutto il materiale ci siamo seduti a tavolino e abbiamo cominciato a scrivere il Rino che era sedimentato in noi. Questa narrazione ha trasgredito in qualche momento la realtà documentaristica ma ha reso l’anima di Rino Gaetano».
Un’anima distorta. Un omaggio, oltraggio che seppur ben interpretato (ad eccezion fatta per la solita Laura Chiatti e l’infiltrata Rosita Celentano) non può essere sufficiente e accettabile perchè non ci restituisce uno dei più grandi, coraggiosi, originali e appassionati artisti italiani. Non ne racconta l’indole, le gesta, l’unicità , perchè di fatto non racconta la sua storia. Purtroppo.
1. Ale85 ha scritto:
15 novembre 2007 alle 15:17